Papa a Molfetta: cristiani non sono “protagonisti affermati e campioni della propria bravura”

“Saulo, uomo deciso e affermato, tace e va, docile alla Parola di Gesù. Accetta di obbedire, diventa paziente, capisce che la sua vita non dipende più da lui. Impara l’umiltà”. Lo ha ricordato, sulla scorta del Vangelo, il Papa, che nella parte finale dell’omelia della messa celebrata a Molfetta ha precisato: “Umile non vuol dire timido o dimesso, ma docile a Dio e vuoto di sé. Allora anche le umiliazioni, come quella provata da Saulo per terra sulla via di Damasco, diventano provvidenziali, perché spogliano della presunzione e permettono a Dio di rialzarci”. “E la Parola di Dio fa così: libera, rialza, fa andare avanti, umili e coraggiosi al tempo stesso”, ha spiegato Francesco: “Non fa di noi dei protagonisti affermati e campioni della propria bravura, ma dei testimoni genuini di Gesù nel mondo”. “Viviamo ciò che celebriamo!”, l’invito finale a proposito della liturgia eucaristica: “Così, come don Tonino, saremo sorgenti di speranza, di gioia e di pace”.

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