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Pasqua: mons. Spina (Ancona-Osimo), “la misericordia può salvare il matrimonio e la famiglia”

Mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo

“Molti rimangono lontani dalla fede perché hanno un’immagine distorta di Dio, quella di un Dio rivale, arcigno, che invece di volere la felicità dell’uomo gli è ostile. Ma non è così, bisogna riportare alla luce la vera immagine del Dio biblico che non solo fa misericordia, ma è misericordia”. Lo scrive mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo, nel suo messaggio alla diocesi per la Pasqua. “Ecco che cosa è avvenuto sulla Croce: Dio, non si è accontentato di perdonare i peccati dell’uomo, ha fatto infinitamente di più, li ha presi su di sé”, aggiunge il presule. Nelle parole di mons. Spina il richiamo all’“odio” e alla “ferocia degli attentati terroristici”, alle “guerre del nostro tempo”, che “ci aiutano a capire la forza divina racchiusa nelle ultime parole di Cristo: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’”. “Per quanto lontano possa spingersi l’odio degli uomini, l’amore di Dio è stato e sarà sempre più forte”, sottolinea l’arcivescovo, che indica come sola cosa che può salvare il mondo “la misericordia di Dio per gli uomini e degli uomini tra di loro”. Ed “è la misericordia che può salvare la cosa più preziosa e più fragile che è messa seriamente in pericolo in questo momento nel mondo: il matrimonio e la famiglia”. “Nel matrimonio, all’inizio non c’è la misericordia, ma l’amore – spiega il presule –. Non ci si sposa per misericordia, ma per amore. Ma dopo anni, o mesi, di vita insieme, emergono i limiti reciproci, i problemi di salute, di finanze, dei figli; interviene la routine che spegne ogni gioia. Quello che può salvare un matrimonio dallo scivolare in una china senza risalita è la misericordia”. Quindi, “la Pasqua cristiana è il dono che Gesù fa della sua vita sulla croce per darci il perdono, la remissione dei peccati, la misericordia del Padre, per farci rinascere alla vita nuova e farci passare dalla morte alla vita, dall’odio all’amore, dalla vendetta al perdono”.