Omelia

Pasqua: mons. Moraglia (Venezia), “il Risorto annuncia un mondo che si costruisce sul perdono”

“Cristo, mia speranza, è risorto!” è “la buona notizia che può cambiare il nostro mondo che è sempre più vecchio, non solo anagraficamente; un mondo segnato da crescenti conflittualità e che – come ha detto il Santo Padre – rischia, senza accorgersene, di trovarsi dentro una guerra che si combatte a pezzi”. Così mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, nell’omelia della Messa di Pasqua nella basilica cattedrale di San Marco. “Dove inizia questa guerra che, continuamente, ritorna a divorare l’umanità?”, si chiede osservando che “fintanto che ci limiteremo a puntare il dito contro gli altri o a incolpare le istituzioni – dimenticando che sono gli uomini a costituirle – non potremo che limitarci a constatare la nostra impotenza nei confronti del male”. “Dio in Gesù, suo figlio ci indica la via maestra che conduce alla pace. Invece, spesso, gli accordi di pace fra gli uomini sono premessa di una nuova conflittualità ancora più sanguinosa della precedente; la seconda guerra mondiale – non dimentichiamolo – fu anche l’esito di una pace costruita sulle logiche dell’uomo vecchio, ossia la rivalsa, l’umiliazione dell’avversario e la vendetta”. “Se questo Vangelo non entra nel cuore degli uomini col suo messaggio di novità che è il perdono – il monito del patriarca -, l’accoglienza degli altri, allora gli uomini rimarranno sempre prigionieri del loro io e saranno impegnati soltanto a rivendicare le proprie pretese, pensando che l’ascolto e l’accoglienza dell’altro ostacoli l’affermazione di sé e che il perdono sia solo debolezza”. “Il Risorto – avverte Moraglia – annuncia un mondo che si costruisce sul perdono, l’ascolto dell’altro e le opere di misericordia spirituali e materiali”. Un pensiero, infine, alle donne, oggi “oggetto di brutale e sistematica violenza”, che “hanno saputo accompagnare e stare vicine a Gesù, più e meglio degli uomini, soprattutto nel momento in cui anche gli amici più intimi – discepoli e apostoli – lo abbandonarono”. “Non stupisce, allora, che Gesù le volle prime testimoni della Pasqua, ‘apostole’ degli apostoli”.