Messaggio

Pasqua: mons. Delbosco (Cuneo e Fossano), “c’è bisogno di resurrezione nel nostro Paese e nelle nostre Chiese”

“È difficile guardare in faccia alla complessità del presente. A prima vista, si respira molta incertezza per il futuro. Forse come non mai, oggi, ci si parla poco, nonostante i mezzi in nostro possesso”. Lo afferma mons. Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano, nel suo messaggio per la Pasqua, pubblicato sul settimanale diocesano fossanese “La Fedeltà”. “C’è tanta instabilità sociale e i poveri sono sempre più poveri – sottolinea il presule –. Anche chi ha la fortuna di aver un lavoro guarda a un futuro pieno di incognite perché non sa fino a quando potrà mantenere l’occupazione”. Continua la serie di preoccupazioni di mons. Delbosco. “Preoccupa il relativismo morale e, con difficoltà, si cercano veri punti di riferimento. Scandali, guerre, violenze private, furberie, sono all’ordine del giorno”. “Ma, se vogliamo addentrarci un po’ di più e leggere dentro queste situazioni, ci si accorge che regna un’insoddisfazione dalla quale si vorrebbe uscire. La speranza vera non delude”. Da qui i bisogni di resurrezione indicati dal vescovo. “C’è bisogno di risurrezione sul piano internazionale segnato da conflitti, potere di pochi che spesso portano ad emergenze umanitarie. C’è bisogno di risurrezione nei meandri della politica del nostro Paese. Chi ha responsabilità sociali cerchi esclusivamente il bene comune mettendo sempre la vita umana al primo posto. C’è bisogno di risurrezione nelle nostre città. Spesso viviamo giustapposti gli uni gli altri senza mai tessere veri rapporti umani di amicizia e solidarietà. Le solitudini vanno annientate perché corrodono il nostro essere”. E poi anche “di risurrezione nella Chiesa”. “Siamo popolo variegato, con ruoli e doni diversi, tutti utili per le reciproche competenze – conclude –. Dobbiamo imparare sempre più a conoscere la Parola e a viverla nella testimonianza gioiosa. Nella misura in cui diamo testimonianza di unità, di comunione, di fraternità, di condivisione, diventiamo credibili e così passa la Lieta notizia del Risorto”.