Omelia

Pasqua: card. Betori (Firenze), “c’è ancora posto per Cristo in questa città?”

“C’è ancora posto per Cristo in questa città? E c’è attenzione tra noi per la famiglia, nella sua autentica identità e nel suo ruolo esclusivo, di luogo della vita, essenziale per la promozione della società?”. Sono gli interrogativi posti ieri dall’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nell’omelia pronunciata nel corso della celebrazione eucaristica che ha presieduto in cattedrale nel giorno di Pasqua. “La verifica va fatta certamente anzitutto a livello della fede della comunità ecclesiale”, ha osservato Betori che ha richiamato le parole pronunciate nella stessa cattedrale da Papa Francesco nel novembre del 2015, “quando – ha ricordato il cardinale – mise in guardia la Chiesa fiorentina e tutte le Chiese d’Italia dalla duplice tentazione del pelagianesimo e dello gnosticismo”. “Chiedo oggi alla mia Chiesa quanto ancora siamo imprigionati in questi atteggiamenti, che ci impediscono di dare spazio tra noi a Cristo, al Risorto, e a metterci al servizio degli uomini e delle donne a cui egli ci ha inviati”. Sull’essere una Chiesa “umile, disinteressata e beata”, una “Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa”, Betori ha evidenziato che “come Chiesa fiorentina vogliamo verificarci” e “per tale motivo abbiamo aperto un Cammino sinodale, per il quale rinnovo l’invito al coinvolgimento di tutti”. L’arcivescovo ha poi invitato a “chiederci quanto l’aver sminuito la nostra frequentazione del Vangelo abbia impoverito la nostra visione del mondo e indotto a squilibri, tensioni, violenze, emarginazioni, poco amore per la nostra stessa città”. “Solo se riconosciamo nel Risorto la vittoria dell’amore di Dio sul male – ha concluso – possiamo sperare, fondatamente, di poter sconfiggere anche i nostri mali. Alla fede nella realtà del Risorto ancoriamo la nostra speranza”.