Messaggio

Giornata autismo: card. Turkson, “tanti i limiti che la stessa società pone”. “Prendere in considerazione tutti i membri della famiglia”

“La Chiesa, con le sue opere, testimonia la sua attenzione e sollecitudine verso le persone con disturbi dello spettro autistico. È presente nelle nostre comunità un generale atteggiamento di accoglienza, anche se ancora si fa fatica a praticare una vera inclusione, per cui è fondamentale che ‘le nostre comunità cristiane siano ‘case’ in cui ogni sofferenza trovi compassione, in cui ogni famiglia con il suo carico di dolore e fatica possa sentirsi capita e rispettata nella sua dignità'”. Lo scrive il card. Peter K. A. Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nel messaggio per la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. “È essenziale essere al fianco in modo fattivo di coloro che sono colpiti da disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie, sulle quali pesa una mole di lavoro enorme, a volte insopportabile. Le loro manifestazioni di disagio e i loro appelli di aiuto – aggiunge il cardinale – vanno ascoltati e trasformati in azioni ed attività concrete ed appropriate. Si devono prendere in considerazione tutti i membri della famiglia, non solo i genitori ma anche eventuali altri figli, il cui sviluppo necessita della massima attenzione e cura. Quanto spesso essi provano una sensazione di inadeguatezza, di inefficacia e di frustrazione!”.

“È fondamentale costruire una solida alleanza tra i settori sanitario, socio-sanitario ed educativo e garantire la continuità dell’assistenza e della cura per tutto l’arco della loro vita. La specializzazione e l’integrazione tra i servizi dell’età evolutiva e quelli dell’età adulta consentano loro di ricevere gli interventi appropriati senza vanificare le risorse impiegate”, prosegue il card. Turkson: “È, dunque, importante che i Governi, le Istituzioni e l’intera comunità sociale, si adoperino per rispondere adeguatamente ai bisogni delle persone con disturbi dello spettro autistico, imparando a comprenderne le differenti specificità nel corso della loro vita e ad offrire loro opportunità di inclusione sociale. Si favoriranno, in questo modo, la cultura dell’incontro e della solidarietà a dispetto di quella dell’esclusione e dello scarto, che invece li relega ai margini della società. Infatti, le persone colpite da questi disturbi, quotidianamente, si confrontano non solo con le difficoltà conseguenti alla loro condizione ma anche con i tanti limiti che la stessa società pone loro, privandoli di poter vivere al pieno delle proprie possibilità”.