Persona “integra” e buona, statista in grado di “evitare” all’Italia “avventure pericolose”. È il ritratto di De Gasperi tracciato da Sturzo e citato dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, al convegno dell’Accademia dei Lincei sull’eredità dello statista. In De Gasperi, ha detto Bassetti citando la testimonianza della figlia Maria Romana, la spiritualità e la politica “non furono due aspetti divergenti ma, all’opposto, due angoli visuali diversi e complementari che delineavano la sua complessa e ricchissima figura”. “La ricerca di Dio, l’anelito verso il trascendente, le domande ultime sul senso della vita”, così come l’amore verso la moglie Francesca, ha commentato il cardinale, “fanno parte di un’unica cornice umana, da cui non si può scindere la teoria e la prassi, l’assunzione di responsabilità verso il Paese e la faticosa esperienza di governo”. In De Gasperi, in sintesi, “la fede era riposta in Dio, la politica era invece una missione laica. L’una ispirava l’altra con passione, inquietudine e soprattutto senza compromessi”. “La politica è senza dubbio il campo della sua missione, ma la stella da cui tutto discende non si trova su questo mondo”, ha proseguito il presidente della Cei, che a proposito della “dimensione spirituale” che illuminava la politica di De Gasperi ha menzionato, tra le altre testimonianze, una lettera alla moglie del 18 giugno 1928: “Dapprincipio il centro ero io e tutto il resto si trovava sulla circonferenza: Dio, la famiglia, gli amici. Poi, lentamente, faticosamente, gemendo e sospirando sotto la pressura dell’esperienza, il centro si spostò: al centro stava ora Dio ed io mi trovavo sulla periferia, col resto del mondo; un pulviscolo in un vortice inesplorabile. Mi provai allora a spiegare gli avvenimenti dal Suo punto di vista”. Parole, queste, che per Bassetti sono “straordinariamente in sintonia con il pontificato di Francesco”. “Io mi sento un cercatore al servizio della verità. Non voglio essere altro”, scriveva ancora di sé De Gasperi per esprimere il senso profondo della sua missione: “Essere al servizio del Paese senza chiedere nulla per se stesso”, l’ha sintetizzata il cardinale citando il ritratto che di De Gasperi fa don Luigi Sturzo, all’indomani dello storico viaggio negli Stati Uniti nel 1947: “Persona diritta, integra, senza posa, condotta rettilinea, bontà, austera complessità umana; egli, in momenti di smarrimento e di ansia, ha rappresentato la nuova Italia con le sue speranze. Quale l’avvenire dell’Italia? Hanno domandato politici ed economisti. De Gasperi non è profeta; le sue risposte sono state caute e misurate, ma la sua persona diceva più che le sue parole, perché assicurava quegli uomini di affari che l’Italia ha un leader e uno statista di senno e di equilibrio tali da poter superare crisi difficili ed evitare avventure pericolose”.