Papa Francesco: udienza, battesimo “implica risposta personale”, non “un copia e incolla”. No all’anonimato

foto SIR/Marco Calvarese

Il battesimo “implica una risposta personale e non presa a prestito, con un copia e incolla”. È il monito del Papa, che nella seconda catechesi dedicata al battesimo ha ricordato che “la vita cristiana infatti è intessuta di una serie di chiamate e di risposte: Dio continua a pronunciare il nostro nome nel corso degli anni, facendo risuonare in mille modi la sua chiamata a diventare conformi al suo Figlio Gesù”. “È importante dunque il nome!”, ha esclamato Francesco: “I genitori pensano al nome da dare al figlio già prima della nascita: anche questo fa parte dell’attesa di un figlio che, nel nome proprio, avrà la sua identità originale, anche per la vita cristiana legata a Dio”. Nel rito di accoglienza, “viene chiesto il nome del candidato, perché il nome indica l’identità di una persona”, ha fatto notare il Papa: “Quando ci presentiamo diciamo subito il nostro nome, così da uscire dall’anonimato”. “L’anonimo è quello che non ha nome”, ha aggiunto a braccio: “Senza nome si resta degli sconosciuti, senza diritti e doveri”. Dio, invece, “chiama ciascuno per nome, amandoci singolarmente, nella concretezza della nostra storia”, e il battesimo “accende la vocazione personale a vivere da cristiani, che si svilupperà in tutta la vita”.

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