
Dal mercato del lavoro i giovani universitari si aspettano di poter coltivare le proprie passioni (oltre il 34%), trovare un lavoro sfidante con possibilità di crescita (oltre il 21%), trovare un lavoro che dia sicurezza e stabilità (oltre il 18%). Coltivare le proprie passioni è ancora più rilevante per gli studenti di Psicologia (40%), rispetto a quelli di Giurisprudenza ed Economia. È quanto emerge dalla survey “I giovani e il mondo del lavoro”, realizzata dal gruppo Value@Work, promosso dall’Istituto di studi sulla donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (Apra), in collaborazione con l’Università Europea di Roma (Uer). I risultati dell’indagine, eseguita su un campione di giovani dell’Uer e su un campione di aziende, sono stati presentati questi mattina all’Apra. Dalla ricerca emerge che per i giovani intervistati il lavoro deve essere in prevalenza conforme alle aspettative personali (38,1%), auto-affermazione (19,8%) e rispetto dell’etica e dell’ambiente (12,8%). Mentre l’azienda dovrebbe valorizzare la crescita professionale (48,4%), essere profittevole (16%) e produrre beni/servizi che mi piacciono (14,8). Rispetto alle aspirazioni personali di autonomia e di conciliazione vita-lavoro, è “interessante rilevare che – spiega Adele Ercolano, coordinatrice dell’Istituto degli studi superiori sulla donna e ricercatrice della survey – le ragazze hanno prevalentemente l’attesa di poter formare una famiglia tra i 25-30 anni (più del 50%). Questo dato è coerente con la scelta universitaria e la tipologia di settore nel quale pensano di operare”. Per i ragazzi prospettiva di formare una famiglia si sposta in modo prevalente (oltre il 55%) tra i 30-35 anni.