La lingua sarda sarà usata nel testo integrale della messa, che si celebrerà nella cattedrale di Cagliari il prossimo 28 aprile, in occasione di “Sa Die de Sa Sardigna”.  Lo ha deciso la Conferenza episcopale sarda (Ces), nel corso della riunione ordinaria, che si è tenuta ieri, martedì 17 aprile, nell’episcopio di Oristano. La proposta è giunta alla Ces da parte del Comitato organizzatore della ricorrenza e del gruppo di lavoro “Prego in sardu”. La discussione si è conclusa con una “unanime” e “articolata” risposta della Conferenza episcopale sarda alla richiesta. In primo luogo i vescovi hanno espresso “convinta adesione allo spirito e alla portata storico-culturale della Giornata, per una sempre più corale e partecipata autocoscienza del popolo sardo circa la propria identità e i percorsi più idonei a rafforzarne la coesione sociale e il comune impegno nella costruzione del proprio futuro”. Alla riunione della Ces ha partecipato anche mons. Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, che contribuirà a “dare lustro alla ‘festa dei Sardi’” e a “sottolinearne gli alti significati sociali e culturali”. “I vescovi sono anche fortemente convinti – si legge in una nota – che cultura, identità e lingua sono fortemente collegati e interdipendenti fra di loro. Anche la trasmissione della fede, la preghiera e la liturgia, perciò, possono trovare nuova linfa e vigore dall’essere espressi e tramandati nella propria lingua madre”. Per questo motivo la Ces ha accelerato l’iter necessario per arrivare alla stesura e alla richiesta di approvazione “ad experimentum” da parte della Santa Sede di una decina di formulari. Questo materiale, al quale sta lavorando il gruppo di lavoro “Prego in Sardu”, non è ancora pronto. Appena lo sarà, e dopo una lettura dell’apposita Commissione della Ces  e dell’assemblea della Conferenza episcopale sarda, verrà inoltrato alla Santa Sede per l’approvazione.