(da Abano Terme) – Dalla “corsa dei miracoli” che coinvolge migliaia di bambini e studenti a Trieste al volontariato con le persone disabili a Belluno, all’housing sociale in quasi tutte le diocesi di Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia. Sono esperienze diocesane portate avanti nel Triveneto in cui i giovani hanno un ruolo fondamentale. Una decina sono state presentate oggi nei gruppo di lavoro durante il 40° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso dal 16 al 19 aprile ad Abano Terme (Padova) sul tema “Giovane è… una comunità che condivide”. A Trieste, ad esempio, da sei anni, una volta l’anno, bambini e ragazzi dai 3 ai 19 anni sono coinvolti in una corsa di beneficenza che per educare i giovani alla solidarietà. L’ultima si è svolta il 13 aprile, con 1.900 partecipanti. “È una iniziativa di grande successo – spiega Valentina Gariolo, responsabile del progetto “Young Caritas” della Caritas di Trieste -. Ogni anno aumentano le presenze. Partecipano intere classi, su un circuito libero o a staffetta, con spirito di aiuto e non di competizione. Ogni partecipante prima dell’evento si deve impegnare a cercare uno sponsor (amici, parenti, ditte…) che farà una offerta per ogni tratto di corsa che il giovane riuscirà a percorrere”. Quest’anno il ricavato andrà a sostegno della Casa “La Madre” in aiuto a donne sole con bambini. Nella diocesi di Belluno-Feltre da cinquant’anni centinaia di ragazzi, dopo aver frequentato laboratori sulla disabilità nelle scuole, partecipano a campi estivi di volontariato al mare, al Villaggio San Paolo del Cavallino, che ospita 1500 persone con disabilità o in montagna a Villa Gregoriana, San Marco d’Auronzo. “Ogni gruppo varia dai 15 ai 25 partecipanti – precisa Costanza Moretti, della Caritas di Belluno – e i campi vanno da giugno a settembre. I ragazzi fanno attività di animazione, servizi in cucina. Quest’anno ne coinvolgeremo circa 370”. L’housing sociale per minori stranieri non accompagnati, padri separati, persone che hanno perso il lavoro o in difficoltà è invece una delle tante esperienze che si svolgono a Chioggia e in altre diocesi del Triveneto che tengono conto della condizione giovanile. L’housing sociale (da soli o in co-housing), dice don Marino Callegari, direttore della Caritas di Chioggia e delegato Caritas per il Nord-Est, “è il superamento del dormitorio: noi ribaltiamo il principio per cui solo se una persona ha una buona condotta gli viene assegnata una casa. Pensiamo che la casa identifica una persona o una famiglia, per cui dare la possibilità di avere una locazione a canone simbolico diventa un atto di fiducia per ripartire nella vita”. A Chioggia vengono messi a disposizione una quindicina di appartamenti, di proprietà della diocesi o presi in affitto da privati.