Vittorio Taviani e Milos Forman: Giraldi (Cnvf), “hanno segnato il cinema degli ultimi quarant’anni”

“Con la morte di Vittorio Taviani si interrompe uno dei sodalizi artistici più importanti e proficui del cinema italiano. I due fratelli toscani, infatti, hanno aiutato il pubblico a capire meglio i momenti complessi e critici della storia del Paese, dalle agitazioni figlie del 1968 alle emergenze sociali degli anni Duemila”. Così Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei, ricorda al Sir lo sceneggiatore e regista, morto ieri alla soglia dei novant’anni. Vittorio Taviani, infatti, era nato nel 1929 ed insieme al fratello Paolo, di qualche anno più giovane, ha firmato numerosi titoli che hanno lasciato una chiara impronta nella cinematografia italiana ed europea degli ultimi quattro decenni. Tanti i loro successi in coppia entrati nell’immaginario comune: da “Padre padrone” – dal romanzo di Gavino Ledda -, Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1977, a “La notte di San Lorenzo” (1982), passando poi per “Kaos” (1984) per arrivare a uno delle ultime opere “Cesare deve morire”, Orso d’oro al Festival di Berlino nel 2012.
E proprio il loro sguardo acuto e indagatore verso le retrovie della società ha regalato una delle pagine cinematografiche più belle e poetiche sul mondo delle carceri, sull’umanità fragile e smarrita ma ancora speranzosa. “Con ‘Cesare deve morire’ – sottolinea il presidente della Cnvf – i Taviani hanno raccontato con misericordia gli ultimi, i peccatori, i dimenticati, ricordando al mondo fuori che esiste sempre la possibilità del perdono e del riscatto dal male”.
Ci ha lasciato il 13 aprile anche un altro importante regista hollywoodiano: Miloš Forman (classe 1932), regista e sceneggiatore ceco che si è imposto nell’industria culturale americana dagli anni ’70, ottenendo nella sua lunga carriera molti riconoscimenti tra cui i Premi Oscar per la migliore regia nel 1976 con “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e nel 1985 con “Amadeus”. “Forman – osserva Giraldi – ha portato nel cinema statunitense una carica di innovazione narrativa e stilistica, avvicinando la cultura europea a quella americana. Tanti i titoli rilevanti, alcuni anche di grande problematicità come ‘Larry Flint’. Nel complesso, Forman è stato un autore intenso, incisivo e scomodo, comunque capace di trasmettere uno stile cinematografico potente e ricercato”.

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