Ecuador, uccisione giornalisti rapiti: suor Lélis (scalabriniane), “alla frontiera sta crescendo ogni tipo di violenza”

Suor Maria Lélis da Silva

“La frontiera è diventata molto pericolosa. I gruppi guerriglieri dissidenti della Colombia hanno iniziato a riorganizzarsi e si sono ramificati. Una situazione che porta con sé ogni tipo di violenza: esecuzioni sommarie, tratta, estorsioni… alcune zone vicino alla località di Mataje sono state minate”. Così suor Maria Lélis da Silva, che dirige la Missione scalabriniana in Ecuador, descrive al Sir la situazione alla frontiera tra Ecuador e Colombia, dopo l’uccisione di tre giornalisti rapiti, molto probabilmente da gruppi dissidenti delle Farc colombiane, e gli attentati delle scorse settimane: Tutto questo mentre aumentano ogni giorno i migranti che attraversano la frontiera: “Si tratta di 4mila persone al giorno, in gran parte venezuelane e destinate ad aumentare dopo le elezioni presidenziali che ci saranno in quel Paese. Alcuni cercano di raggiungere il Perù, ma molti rimangono qui e alimentano malaffare, tratta, prostituzione”. Una mancanza di diritti “favorita dalla recente legge sulla mobilità umana. In tredici organizzazioni abbiamo contestato la costituzionalità di ben 43 articoli di un provvedimento che non permette assistenza medica e i diritti basilari a queste persone”. Suor Maria ha saputo delle parole pronunciate dal Papa al Regina Coeli: “Ci ha informato il nunzio apostolico. Noi come congregazioni religiose e, in particolare, come Scalabriniane ci stiamo impegnando, in collaborazione con l’episcopato e la nunziatura, a diffondere il messaggio del Papa per la Giornata delle migrazioni dello scorso anno e, in particolare, i verbi accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. E conclude: “Segnali di quanto stava per succedere non erano mancati. La cosa più importante è sempre lavorare sulla prevenzione”. E cita ad esempio alcuni comunicati recenti, come quello di diverse realtà ecclesiali, emesso lo scorso febbraio, nel quale si chiedeva che la risposta agli attentati non fosse solo militare e di pubblica sicurezza, ma soprattutto di attenzione allo sviluppo e al rispetto dei diritti.

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