Attenzione ai mercati mondiali ma senza dimenticare quelli italiani. E’ uno dei temi forti dell’edizione 2018 di Vinitaly che domani a Verona aprirà i battenti fino al 18 aprile. Partecipano 4.380 espositori da 36 Paesi mentre sono attesi oltre 100mila visitatori. La più importante rassegna vitivinicola nazionale e una delle prime al mondo, parte quest’anno sulla base dei buoni dati economici messi in fila dal settore in Italia: 13 miliardi di valore solo per la parte industriale, 6 miliardi di esportazioni e un posto in prima fila sia in quanto a produzione che per il commercio mondiale. Grande attenzione, quindi, al mondo ma pure all’Italia. Secondo Ismea – che ha fra i suoi compiti quello di monitorare costantemente gli scambi agroalimentari -, i consumi interni di vino hanno ripreso a crescere dopo anni di stagnazione superando quota 22 milioni di ettolitri. A fare da traino, a quanto pare, il fenomeno Prosecco e la moda degli aperitivi. “Nel primo trimestre 2018, in linea con la tendenza dello scorso anno, si torna, dopo dieci anni, a consumare bollicine – dice infatti Giampietro Comolli del centro studi Ovse che segue nello specifico i mercati dei vini frizzanti e degli spumanti – nel settore horeca (hotel, ristoranti, bar, catering)”. Forte la crescita anche nella grande distribuzione, così come quella dei vini locali e di quelli prodotti con tecniche biologiche. E dovrebbero crescere anche le superfici vitate. Un decreto del ministero delle Politiche agricole, appena pubblicato ha infatti tra le priorità il recupero di terreni sottratti alle mafie e la valorizzazione delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto, nonché il sostegno della viticoltura delle piccole isole e aree collinari-montane. Ad aprire la manifestazione scaligera, domani, saranno il presidente del Senato Elisabetta Casellati, il vice ministro delle Politiche agricole Andrea Olivero, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Mentre lunedì dovrebbe essere la volta del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni insieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti.