“La realtà dell’amore umano, della coppia e del matrimonio, della famiglia e del mistero grande che essa esprime davanti a Dio e agli uomini, non merita solo studi e analisi, leggi e progetti, tante parole. Ma esige l’apertura del cuore e dell’anima, appunto come una lirica e una musica che si abbracciano e invitano a credere, a sperare, nell’amore”. Lo dice mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, presentando la cantata sacra “Letizia d’amore, stelle e precipizio”, ispirata all’esortazione apostolica “Amoris laetitia” di Papa Francesco, che sarà eseguita, giovedì 26 aprile, in cattedrale, alle 21. “Mentre le comunità ecclesiali discutono e si attivano per un rilancio appassionato e credibile della vocazione al matrimonio e alla famiglia, senza ignorarne fatiche e fragilità, che feriscono coppie e bambini – aggiunge –, noi abbiamo pensato di dar vita a questa ‘Cantata all’Amoris laetitia’. La forza della gratuità, infatti, vince ogni calcolo e allontana il pessimismo, risvegliando lo stupore per la vera bellezza, seminata dal Creatore e rigenerata dalla Pasqua del Figlio. D’altronde, le pagine del Papa spesso sono come un canto, e perché non sprigionarne la musica nascosta?”, si chiede il presule. L’obiettivo indicato è quello di “far risuonare la buona notizia dell’amore tra l’uomo e la donna, della sua multiforme e inesauribile fecondità. E vorremmo così esprimere anche il grazie del popolo di Dio al suo Signore, e a chi se ne fa umilmente e coraggiosamente profeta in questi complessi ed impegnativi giorni: Papa Francesco e tutti quegli sposi che testimoniano serenamente fedeltà e bellezza, accoglienza e condivisione con chi non ce la fa”.