Venerdì Santo

Passione del Signore: p. Cantalamessa ai giovani, “andate contro corrente”, contro “conformismo” dell’opinione pubblica

“Il mondo che non dobbiamo amare e al quale non dobbiamo conformarci non è, lo sappiamo, il mondo creato e amato da Dio, non sono gli uomini del mondo ai quali, anzi, dobbiamo andare sempre incontro, specialmente ai poveri, agli ultimi”. Lo ha detto padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nell’omelia della Passione del Signore presieduta questa sera dal Papa nella basilica di San Pietro. “Il mescolarsi con questo mondo della sofferenza e dell’emarginazione è, paradossalmente, il miglior modo di ‘separarsi’ dal mondo, perché è andare là, da dove il mondo rifugge con tutte le sue forze. È separarsi dal principio stesso che regge il mondo, che è l’egoismo”. Per Cantalamessa, bisogna amare il mondo “come è diventato sotto il dominio di Satana e del peccato, ‘lo spirito che è nell’aria’ lo chiama San Paolo”, all’interno del quale “un ruolo decisivo svolge l’opinione pubblica, oggi anche letteralmente spirito ‘che è nell’aria’ perché si diffonde via etere attraverso le infinite possibilità della tecnica”. “È quello che chiamiamo adattamento allo spirito dei tempi, conformismo”, il commento del religioso, che in proposito ha citato i versi di Eliot: “In un mondo di fuggitivi, la persona che prende la direzione opposta sembrerà un disertore”. “Cari giovani cristiani”, l’invito: “Siate di quelli che prendono la direzione opposta! Abbiate il coraggio di andare contro corrente! La direzione opposta, per noi, non è un luogo, è una persona, è Gesù nostro amico e redentore”. Secondo Cantalamessa, il compito dei giovani è “salvare l’amore umano dalla deriva tragica nella quale è finito: l’amore che non è più dono di sé, ma solo possesso – spesso violento e tirannico – dell’altro”. “È una capacità che non si inventa in un giorno”, ha concluso Cantalamessa: “È necessario prepararsi a far dono totale di se stessi a un’altra creatura nel matrimonio, o a Dio nella vita consacrata, cominciando a far dono del proprio tempo, del proprio sorriso e della propria giovinezza in famiglia, nella parrocchia, nel volontariato. Ciò che tanti di voi silenziosamente fa”.