Venerd' Santo
“Il morire di Gesù” è “stupendo. Davanti a noi, un uomo muore abbracciando il nemico. Sfido chiunque a rimanere indifferente davanti a un simile gesto”. Esordisce così mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, nell’omelia della celebrazione liturgica della Passione e Morte del Signore, questo pomeriggio in cattedrale. Gesù, spiega, appare come un vinto ma in realtà la sua morte “è il big-bang della vita, l’inizio di tutto”. L’uomo “scopre che non è lui a dover cercare Dio, ma è Dio stesso a mettersi a cercare l’uomo. Dio non può fare a meno di guardare l’uomo, accoglierlo, amarlo, perdonarlo”. Per mons. Tisi, “dall’uomo del Calvario, uomo nuovo anche dopo duemila anni, continua a scendere e a portare frutto la benefica proposta di diventare uomini e donne dotati del coraggio dell’accoglienza. Questa, non altro, è la grande vocazione della Chiesa. Quando la dimentica, tradisce il suo Signore, tradisce se stessa, tradisce l’umanità a cui è destinata. Se la Chiesa è questo, c’è ancora bisogno di Chiesa!” “Niente è più urgente – conclude Tisi – del ricostruire tessuto comunitario, appartenenza, vita liberata dalla litigiosità e dal rancore, disponibilità a lavorare gratuitamente per il bene comune”. Questa sera alle 20.30 il presule guiderà la Via Crucis nella basilica di S. Maria Maggiore.