“Ci sta a cuore l’armonica convivenza di quanti vivono a Gerusalemme, auspicando, per questa Città unica al mondo, un definitivo assetto politico e amministrativo ispirato alla giustizia e al suo carattere universale”. Questo l’appello “caldo e amichevole” ai leaders di Israele lanciato da Assisi. Ad inviarlo sono il vescovo Domenico Sorrentino, il sindaco Stefania Proietti, e, per le famiglie francescane, padre Mauro Gambetti (Sacro Convento), padre Claudio Durighetto (Frati minori), p. Matteo Siro (Frati minori cappuccini) e padre Angelo Gentile (Terzo ordine regolare). “Le immagini giunte in questi giorni da Gerusalemme – le porte della Basilica del Santo Sepolcro chiuse per protesta – ci hanno toccato profondamente”, scrivono in un documento congiunto. “In comunione con la Custodia di Terra Santa ci siamo rattristati all’annuncio di misure politiche e amministrative contrarie a una tradizione consolidata; misure che, se attuate, rischiano di penalizzare fortemente la presenza cristiana in Terra Santa”. “Non entriamo nelle dinamiche di ordine sociale e politico di quanto si è dibattuto in questi giorni a Gerusalemme. Preghiamo – spiegano – perché si ritrovino i termini di un dialogo sereno e costruttivo. Non pensiamo solo ai cristiani”. “Come vescovo della Città del Poverello, dando voce a tutta la diocesi, e, in essa, in particolare ai francescani delle diverse famiglie, in unione di sentimenti con la stessa Amministrazione civica, mi rallegro per la decisione di Israele di riaprire il dialogo istituendo una commissione che affronti il tema con il necessario ascolto delle parti. Abbiamo speranza che il caso possa essere risolto nel rispetto della storia e del bene comune”. “In un mondo di guerre, Gerusalemme sia luogo di pace”, l’auspicio conclusivo.