“Non sia turbato il vostro cuore”. Ha richiamato le parole rivolte da Gesù ai discepoli poco prima della sua passione don Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma e cappellano della Rai, nell’omelia del funerale di Fabrizio Frizzi celebrato nella basilica romana di Santa Maria in Montesanto, nota come chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. “Gesù – ha affermato – non è preoccupato per sé” ma vuole rassicurare i discepoli invitandoli ad avere fede in Dio e in lui. “Queste parole di Gesù sono per noi – dice don Insero -, permettiamo a Gesù di consolarci. Solo le parole della fede possono consolare il cuore”. “La fede – ha spiegato ancora – è fidarsi di Dio e affidarsi, abbandonarsi. Noi viviamo questo mistero, quando la morte bussa alla porta ci interroghiamo ma non abbiamo una risposta” ma è la fede a donarci “una luce, un raggio luminoso che ci offre il senso. Nella casa del Padre ci sono molte dimore e per questo non possiamo essere disperati. Addolorati sì, ma con la certezza che Gesù va a prepararci un posto. Il Signore ci ha preparato un posto”. “Salutiamo un artista, un fratello, un amico – ha aggiunto don Insero – . La cifra della sua esistenza è stata la generosità, era consapevole di avere una vita meravigliosa”. “Abbiamo apprezzato la sua spontaneità, la sua genuinità”, ha detto il sacerdote ricordandone la partecipazione a Telethon, alle partite del cuore e i viaggi a Lourdes accompagnando i malati con i quali “si faceva prossimo. Oggi questa chiesa è assediata all’esterno dall’affetto di chi vorrebbe ricambiare questa generosità” che ad alcuni sembrava esagerata, ma lui “diceva che sentendosi fortunato voleva aiutare, mettersi a disposizione, era l’ultimo a uscire dallo studio, dialogava con tutti, firmava gli autografi”. “Fabrizio – la sottolineatura del celebrante – è stato capace di donarsi e sta raccogliendo quello che ha seminato. Questo bene si trasformerà in benedizione”.