“La Laudato si’ invita a mantenere attento il nostro orecchio, ascoltando sempre e di nuovo i gemiti suscitati dalla crisi. Si pensi alle pesanti disuguaglianze presenti a livello internazionale, così come nel nostro Paese, in termini di povertà, di accesso al cibo, alla cultura e, soprattutto, di possibilità di lavoro. Fattori intrecciati in modo perverso che si intersecano a loro volta con un degrado ambientale crescente”. Lo ha detto Simone Morandini, della Fondazione Lanza, durante il 15° seminario di studio sulla custodia del creato, organizzato dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, che si svolge oggi a Roma. “Non bisognerebbe dimenticare che è gran parte delle nostre città a vivere una dinamica caratterizzata da un crescente consumo del suolo e da un depauperamento della qualità ambientale”, ha aggiunto. Quella indicata da Morandini è una “crisi polifunzionale”. Tanto da segnalare la distanza tra: cultura dello scarto ed economia solidale, che “sa declinare il noi e parlare di beni comuni”. “La Laudato si’ non dimentica che l’iniziativa privata è elemento importante della dinamica economica, ma non è l’unico – ha aggiunto –. Occorre anche cogliere l’interazione dei soggetti istituzionali”. L’obiettivo, secondo Morandini, è quello di “promuovere un lavoro buono che valorizzi la novità di una tecnica verde su cui in alcuni ambiti l’Italia ha aperto e può aprire piste significative”. Proprio sul tema del lavoro, lo studioso ha ribadito che “deve essere autorealizzazione, necessario fattore di sostentamento e di crescita, ma sempre compreso entro il bene comune dell’intera comunità”. “Abbiamo bisogno di una visione che ispiri buone, sagge politiche per il lavoro, per l’ambiente e per il bene comune”, ha concluso.