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Assemblea Retinopera: card. Bassetti, “senza visione unitaria dell’uomo non si va lontano. Non ha senso parlare di cristiani della morale e di cristiani del sociale”

“Non ha senso parlare di cristiani della morale e di cristiani del sociale”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che questo pomeriggio ha inaugurato a Roma i lavori dell’Assemblea triennale di Retinopera. Soffermandosi sulla seconda “bussola pastorale” proposta alle associazioni, l’unità, il porporato ha ammonito: “L’unità delle associazioni laicali è un bene prezioso che dovete difendere con tutte le forze” in vista del “vero bene comune per la Chiesa e la famiglia umana”. Ultima “bussola” è “il futuro”, “una sfida di eccezionale importanza che di fatto riassume le altre due. Non bisogna avere paura del futuro”, il monito di Bassetti; “una persona che ha paura del futuro è una persona senza speranza”. Con riferimento a Papa Francesco, il presidente Cei ne ricorda l’esortazione a guardare il mondo “da un nuovo angolo visuale, quello delle periferie. Un’intuizione eccezionale che ci permette di privilegiare l’angolo visuale dei poveri, dei piccoli”. Da qui “possiamo percepire l’esistenza di una nuova questione sociale che si sta affermando in tutto il mondo occidentale, ma a cui nessuno è riuscito a dare una risposta unitaria. Questa – assicura Bassetti – è la più grande sfida del futuro: unire in una unica grande prospettiva ciò che fino ad ora è stato visto in maniera divisa. Ad esempio le grandi sfide della bioetica e le sfide delle disuguaglianze e della povertà”. “Se non si ha una visone unitaria dell’uomo – avverte – si va poco lontano; non ha senso parlare di cristiani della morale e di cristiani del sociale. Al centro di tutto si pone una grande domanda sull’uomo, sfruttato da un’economia iniqua, maltrattato dai mercanti di schiavi, abbandonato nelle rotte migratorie: cos’è l’uomo?”. Per il presidente Cei, “una nuova questione sociale sta disumanizzando i rapporti fra le persone; occorre un ripensamento fattivo e non solo a parole da parte di tutti noi” perché “il destino dell’umanità dipende anche dalle nostre scelte e dal nostro discernimento”.