Solidarietà

Diocesi: Caritas Bolzano-Bressanone, presentato il report “L’altro Alto Adige” sull’attività nel 2017

Renata Plattner, Paolo Valente, Stefan Plaikner, Danilo Tucconi e Alessia Fellin durante la presentazione de "L'Altro Alto Adige"

L’economia altoatesina, secondo i dati ufficiali, è in ripresa ma c’è il rovescio della medaglia, “L’altro Alto Adige”. È quello fotografato dalla relazione annuale della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone circa l’attività svolta. “Persone meno abbienti, chi a causa di particolari situazioni si trova in condizioni svantaggiate, coloro i quali sono rimasti indietro e non riescono, da soli, a tenere il passo dell’economia che sta ripartendo” nel corso dell’ultimo anno “si sono rivolte sempre più ai servizi della Caritas per ricevere assistenza e consulenza”. “In alcuni servizi il loro numero non è aumentato, il numero delle consulenze e degli accompagnamenti a loro riservati è però cresciuto sensibilmente”, rileva il direttore della Caritas diocesana, Paolo Valente. “Molti dei nostri utenti hanno un lavoro, ma uno stipendio troppo basso per stare al passo con prezzi così elevati”, afferma Stefan Plaikner, responsabile della Consulenza debitori e del Centro d’Ascolto, servizi rivolti principalmente a persone con problemi finanziari. Nel 2017 ben 1.751 persone sono state seguite e aiutate dai due servizi. Tra i dati più significativi forniti nel corso della presentazione de “L’altro Alto Adige” ci sono i 81.500 pasti distribuiti per 2.270 persone a Bolzano (S. Chiara) e Bressanone (Maria Hueber), i 3.600 migranti che hanno ottenuto consulenza, le 1.137 persone assistite dalla Consulenza debitori, le 614 persone che si sono rivolte al Centro d’ascolto, le 795 persone accolte in nove strutture per senzatetto, i 600 richiedenti asilo ospitati in 11 case, i 311 uomini che si sono rivolti alla Consulenza per uomini, le 225 persone ospitate al Binario 7, i 400 colloqui e consulenze in carcere. Grazie anche ai 7.250 donatori è stato possibile stanziare 660mila euro per persone bisognose in Alto Adige e 1,96 milioni di euro (inclusi i contributi delle Istituzioni) per aiuti allo sviluppo all’estero. “Senza la collaborazione dei numerosi volontari – in totale 5mila – tutto questo lavoro sarebbe semplicemente impossibile”, assicura Valente.