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Parlamento Ue: tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili. 200 milioni di vittime nel mondo. Pratiche anche in 13 Stati europei

(Strasburgo) Includere misure di prevenzione dalle mutilazioni genitali femminili “in tutti i settori strategici (tra cui sanità, assistenza sociale, istruzione e giustizia)”, “rafforzare la cooperazione intersettoriale e garantire una forte azione preventiva nei campi per rifugiati”. Lo chiede una risoluzione del Parlamento europeo, discussa oggi a Strasburgo in occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili del 6 febbraio. La risoluzione, che verrà votata domani in emiciclo, afferma: “sebbene il diritto penale tuteli le donne dalle mutilazioni genitali in tutti gli Stati membri, solo un numero limitato di casi vengono portati dinanzi alla giustizia”. Ciò rappresenta “un dato preoccupante e sono quindi necessari programmi di formazione per i responsabili dell’individuazione, delle indagini e dell’azione penale” contro tali pratiche. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno 200 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo convivono attualmente con le conseguenze dannose delle mutilazioni genitali. L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) segnala casi di mutilazioni genitali in almeno 13 Stati membri nel 2013 (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia e Regno Unito). Sono circa 500mila le donne in Europa che hanno subito mutilazioni genitali e ogni anno 180mila sono a rischio di subirle. Queste pratiche sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle ragazze e delle donne.

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