“Non esiste un azzardo legale e un altro illegale. L’azzardo nella sua essenza è illegale e come tale oggetto di forte attrazione per la criminalità organizzata” e lo Stato, “con la sua offerta legale, non fa altro che alimentare il business della criminalità organizzata”. È il commento della Consulta nazionale antiusura a seguito dell’ordinanza cautelare eseguita dalla Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, a carico di 31 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato e traffico di stupefacenti. “I casi portati in evidenza dalle nostre Fondazioni antiusura – si legge in un comunicato – inducono a riflettere su un dato preoccupante: nella quasi totalità dei casi, dietro ad un gestore c’è quasi sempre la criminalità organizzata che impone l’installazione delle slot machine e ne controlla la raccolta. Apparentemente non vi è alcuna irregolarità formale. Al contrario, nella quasi totalità delle inchieste giudiziarie, le indagini non partono quasi mai dal controllo delle sale che offrono azzardo, proprio perché formalmente regolari”. Uno degli arrestati è uno dei maggiori imprenditori italiani nel settore dei giochi e delle scommesse, prosegue la Consulta chiedendo di eliminare “in toto senza distinzione di sorta” questa “piaga economica e sociale”. Per la Consulta “bisogna riconoscere maggiori poteri a Questori e Prefetti con capacità di intervento immediato” perché se non si arresta il fenomeno “è a rischio il benessere e la stabilità economia e sociale del Paese”.