Legge polacca sulla Shoah: Lauder (WJC), “basta retorica. Serve dialogo costruttivo per riconciliazione”

Dopo le forti tensioni con Israele, il governo di Varsavia ha deciso di congelare, “in questa fase”, l’applicazione della controversa legge sulla Shoah approvata nelle scorse settimane, che prevede pene anche carcerarie fino a tre anni per chi associ la nazione polacca all’Olocausto. Oggi, in una lettera aperta sul New York Times, il presidente del World Jewish Congress (Congresso ebraico mondiale), Ronald S. Lauder, sollecita i leader polacchi a riprendere il dialogo con i rappresentanti ebraici per arrivare alla riconciliazione dopo la “tempesta” scoppiata nelle ultime settimane. Nel messaggio, dal titolo “È ora di ricomporre la retorica in Polonia”, Lauder chiede un approccio razionale alla risoluzione delle controversie alla luce dei fatti indiscutibili accaduti durante l’Olocausto e sottolinea l’importanza fondamentale che tutti coloro che sono coinvolti assicurino sicurezza di vita agli ebrei in Polonia. Nella lettera, Lauder scrive che la recente approvazione da parte del Parlamento polacco della legge “che rende illegale dire o scrivere che la nazione polacca è stata responsabile per l’omicidio di ebrei, ha creato una tempesta” e ricorda che trent’anni fa, quando iniziò a sviluppare scuole ebraiche, sinagoghe e campi estivi in Polonia, aveva notato “una presenza ebraica prossima a zero in quel paese”. Poi, con il crollo dell’Unione sovietica, “uomini e donne ebrei sono usciti allo scoperto per la prima volta dalla guerra … Ma ora – annota -, questa nuova legge risveglia fondati timori nei cittadini ebrei della Polonia”. Richiamando la “relazione forte e positiva” stabilita con i leader polacchi “dal World Jewish Congress, che rappresento come presidente”, Lauder auspica “un dialogo costruttivo tra leader ebraici e governo della Polonia”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy