Migrazioni

Corridoi umanitari: Caritas-Sant’Egidio-Gandhi Charity, “un modello di successo per un mondo più giusto”

(da Addis Abeba) “I corridoi umanitari dall’Etiopia, il programma di reinsediamento dalla Giordania e le recenti evacuazioni dalla Libia sono la testimonianza di un cammino per un mondo più giusto e più equo”: lo dichiara don Francesco Soddu, direttore Caritas italiana, nella giornata in cui viene presentata ad Addis Abeba l’iniziativa dei corridoi umanitari che porteranno domani in Italia 113 profughi dai campi in Etiopia, tramite l’accordo siglato nel 2017 tra il Governo italiano, la Cei, che finanzia l’intero programma con l’8xmille e agisce attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, e la Comunità di Sant’Egidio. I corridoi umanitari, prosegue don Soddu, “sono il risultato del lungo impegno della Chiesa italiana che vuole promuovere nuovi canali sicuri e risposte durature a protezione dei migranti e dei rifugiati”. “Siamo particolarmente contenti di aver contribuito alla realizzazione dei corridoi umanitari dall’Etiopia, dopo aver permesso, dal 2016 ad oggi, a più di 1.000 rifugiati dal Libano, in maggioranza siriani, di arrivare in Italia in modo legale e sicuro – afferma Daniela Pompei, responsabile dei servizi ai migranti e ai rifugiati della Comunità di Sant’Egidio -. I nuclei familiari che abbiamo finora accolto si sono ben integrati nella nostra società: i bambini vanno a scuola e i genitori, in gran parte, lavorano; la guerra e la miseria dei campi profughi è oramai alle spalle. I corridoi umanitari, replicati anche in Francia e Belgio, si sono dimostrati un modello di successo, capace di favorire l’integrazione”. Il processo di decisione su chi sia idoneo al trasferimento e all’inclusione in Italia passa attraverso la segnalazione da parte di enti e istituzioni locali e i successivi due colloqui gestiti in loco da Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio e Gandhi Charity. “Sono diciotto anni che siamo a fianco degli uomini, delle donne, degli anziani, dei bambini e dei più vulnerabili che vivono, da anni, in condizioni di sopravvivenza nei campi rifugiati dell’Etiopia – ha sottolineato Alganesc Fessaha, presidente Gandhi Charity -. In questi anni più di 10mila persone sono state salvate dalle carceri egiziane, dal traffico di organi e dalla tratta degli esseri umani per i tanti bloccati nel Sinai”. Tra le altre iniziative, Gandhi Charity distribuisce ogni giorno 850 pasti per i bambini nel campo Mai Ayni, prendendosi anche cura degli anziani soli, dei malati e dei portatori di handicap.