“L’usura non è solo cronaca giudiziaria, è economia, politica economica, ha a che fare con la dignità e il benessere della persona, e quindi con la stabilità economica e sociale del Paese. L’indebitamento patologico delle famiglie italiane frena la ripresa economica. Argomenti che non emergono dai racconti giornalistici”, così monsignor Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura nella sua relazione in chiusura della Tavola rotonda “Usura, azzardo e mass media”, organizzata dalla Consulta nazionale antiusura e dalla Fisc, che si svolge oggi a Roma.
“L’usura è alla periferia del mondo mass mediale – ha detto mons. D’Urso -. La comunicazione è assente, quasi superficiale e spesso imprecisa e a volte di parte. La maggior parte delle testate giornalistiche, escluse quelle cattoliche (Avvenire, SIR, TV 2000, Radio Vaticana, Radio In Blu), non trattano il tema in tutta la sua complessità: l’attenzione spesso si limita nello sbattere in prima pagina i casi di arresti di bande di usurai”.
“L’incontro di oggi – ha detto mons. D’Urso – si propone di sollecitare l’attenzione dell’informazione sulla piaga sommersa dell’usura, delle cause di indebitamento patologico e di impoverimento della gente. L’attenzione della stampa, dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sarebbero sostegno e incoraggiamento nel percorso di denuncia e risanamento economico per le vittime”.
D’Urso ha annunciato l’intenzione di “iniziare percorsi” che “producano qualche forma di cambiamento con proposte che vanno secondo quattro direttive: dalla denuncia dell’usura, al racconto delle testimonianze, alla presentazione delle pratiche di sostegno e alla prevenzione, messe in atto dalle Fondazioni Antiusura, sino ad arrivare ad alcune proposte in sede governativa e parlamentare per arginare l’usura e le sue cause”.
Nel ricordare le parole di papa Francesco nell’Udienza del 3 febbraio, che “ha chiesto ai volontari delle Fondazioni Antiusura di essere uomini e donne di incontro, di ascolto, di prossimità”, mons. D’Urso estende l’invito ai giornalisti: “facciamo rete. Questa comunione di parole, di persone e di azioni possa generare un efficace antidoto contro le forme di illegalità che si nutrono di divisioni e silenzio. Le vostre penne possono contribuire a rompere l’omertà che si aggira intorno alla piaga omicida dell’usura”.
“Da questo incontro – ha concluso – mi aspetto indicazioni concrete che possano dare il via ad un cammino che aiuti a far emergere dal sommerso l’usura, a informare sulla estensione e gravità del fenomeno, a sollecitare il mondo politico alla coerenza, a creare solidarietà sociale ed istituzionale intorno alla vittima dell’usura”.
Il presidente della Consulta ha chiamato tutti all’impegno, ricordando che “è possibile ridare speranza e gioia di vivere anche a chi è precipitato nel baratro: ma perché ciò accada dobbiamo assicurare una fune a chi è nel baratro perché possa e voglia risalire. Tutti possiamo farlo. Tutti dobbiamo farlo perché nessuno sia ‘strangolato dall’usura’”.