Giovani

Papa Francesco: messaggio Gmg, “fotoritocchi” fanno dei giovani quasi un “fake”. Tra le “paure” ossessione del “mi piace” e “precarietà del lavoro”

Di fronte “alle decisioni sul nostro futuro, sul nostro stato di vita, sulla nostra vocazione” proviamo un “brivido”: “In questi momenti rimaniamo turbati e siamo colti da tanti timori”, proprio come Maria di fronte all’annuncio dell’angelo. Che però le dice: “Non temere”! Nel messaggio per la prossima Giornata mondiale della gioventù, che si celebrerà a livello diocesano il 25 marzo, il Papa si immedesima nelle “paure” dei giovani, chiedendo loro: “Quali paure avete? Che cosa vi preoccupa più nel profondo?”. “Una paura di sottofondo che esiste in molti di voi è quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete”, la risposta di Francesco, secondo il quale “oggi, sono tanti i giovani che hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono in realtà, nel tentativo di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili. Fanno continui ‘fotoritocchi’ delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un ‘fake’. C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di ‘mi piace’. E da questo senso di inadeguatezza sorgono tante paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni”. “Sono timori oggi molto presenti in molti giovani, sia credenti che non credenti”, il commento del Papa: “E anche coloro che hanno accolto il dono della fede e cercano con serietà la propria vocazione, non sono certo esenti da timori. Alcuni pensano: forse Dio mi chiede o mi chiederà troppo; forse, percorrendo la strada indicatami da Lui, non sarò veramente felice, o non sarò all’altezza di ciò che mi chiede. Altri si domandano: se seguo la via che Dio mi indica, chi mi garantisce che riuscirò a percorrerla fino in fondo? Mi scoraggerò? Perderò entusiasmo? Sarò capace di perseverare tutta la vita?”.