Lavoro

Embraco: i sindacati abbandonano l’incontro con l’azienda. A Roma si lavora per trovare altre imprese

Oggi pomeriggio i rappresentanti dei lavoratori della Embraco (gruppo Whirpool) di Riva di Chieri alle porte di Torino, hanno abbandonato il tavolo di trattativa con l’azienda. La reazione è stata scatenata dalla conferma dell’offerta di Embraco di trasformare tutti i contratti attuali in contratti part-time a tempo determinato fino a novembre. Una sorta di anticamera del licenziamento. L’azienda, di fatto, ha confermato la volontà di licenziare 497 persone su 537: una scelta dovuta al trasferimento di tutta la produzione in uno stabilimento in Slovacchia.
“Una volta compreso che l’azienda non ritira i licenziamenti, in coerenza con quanto dichiarato in sede ministeriale, le delegazione Uilm ha abbandonato il tavolo. La Uilm è disponibile a percorrere qualsiasi strada se il tavolo viene sgomberato dall’ignobile ricatto”, hanno spiegato Dario Basso, segretario Uilm Torino, e Vito Benevento, responsabile Embraco sempre per Uilm. Mentre i rappresentanti di Fiom, Lino La Mendola e Ugo Bolognesi, hanno aggiunto: “Abbiamo detto, senza neanche farli parlare, che l’idea di proporre ai lavoratori il passaggio al part-time per non essere licenziati è oscena”.
Da Bruxelles intanto è stato fatto sapere che la Commissione ha tempo due settimane per dare una risposta (che potrebbe essere non definitiva), alle richieste dell’Italia di verificare se la Slovacchia abbia o meno usato in modo improprio risorse Ue per attirare l’azienda (è questa la motivazione per la quale viene chiuso lo stabilimento italiano). Ma si lavora anche a Roma per verificare se via sia un’impresa interessata ad insediarsi al posto di Embraco e quindi salvare i lavoratori. L’ipotesi passa dal cosiddetto “contratto di sviluppo” che fornisce agevolazioni ai grandi progetti di investimento su determinati territori.
A questo punto comunque, sul fronte della trattativa azienda-lavoratori non ci sono più margini. Il negoziato potrà proseguire per un mese in una sede istituzionale ma se non sarà raggiunto un accordo, lunedì 26 marzo, 497 persone saranno licenziate.