Relazioni diplomatiche

Vaticano-Cina: Brunelli (Il Regno), “nella sua parzialità e provvisorietà è il migliore accordo possibile”

“Un accordo tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese è possibile. Non si tratterà di un accordo ottimale come accade con altre realtà statuali, ma nella sua parzialità e provvisorietà è il migliore accordo possibile”. Lo scrive Gianfranco Brunelli, direttore de “Il Regno”, nell’articolo dedicato alle relazioni tra Vaticano e Cina, pubblicato nell’ultimo numero del quindicinale e anticipato al Sir. Nel testo si ricorda un incontro che sarebbe avvenuto, a Pechino, alla vigilia di Natale tra una delegazione vaticana, autorità cinesi, due dei sette vescovi della Chiesa patriottica, nominati dal regime senza il mandato del Papa, e due vescovi della Chiesa sotterranea. “La Santa Sede non nasconde le difficoltà che interverranno una volta siglato un primo accordo. Ma Roma non si presenta più come espressione anche solo indiretta di una potenza straniera – spiega Brunelli –. Pechino la riconosce e riconosce il fatto che esiste un’unica Chiesa in comunione col Papa”. Sulle nomine dei vescovi, che sono il terreno di scontro, a suo avviso, “si può trovare uno schema condiviso per il futuro”. “La diplomazia Vaticana, forte dell’esperienza nelle lunghe, estenuanti trattative con i regimi totalitari e dell’orientamento di Papa Francesco, agisce a supporto della pastorale della Chiesa locale, non a livello politico”.