Emergenza

Siria: Msf, in Ghouta orientale “enormi afflussi di feriti negli ospedali, ma mancano farmaci salvavita”

“Enormi afflussi di pazienti, con centinaia di morti e di feriti, causati dall’aumento vertiginoso di attacchi e bombardamenti”. È quanto hanno riportato a Medici senza frontiere (Msf) le strutture mediche supportate dall’organizzazione medico-umanitaria nell’area di Ghouta orientale, in Siria, un’enclave assediata non lontano da Damasco sotto il controllo dell’opposizione. In soli tre giorni “13 ospedali e strutture sanitarie, tra quelle supportate da Msf in modo regolare o saltuario, sono stati colpiti e danneggiati o distrutti. Questo ha ridotto la capacità di offrire cure in un momento in cui i bisogni medici sono drammatici, considerando anche che l’assedio di Ghouta orientale sta impedendo ai medici di ricevere forniture salvavita essenziali”.
Quest’anno il bilancio della guerra nell’area di Ghouta orientale è già pesante, con più di 1.600 feriti e oltre 180 morti solo nelle strutture supportate da Msf fino al 18 febbraio. Poi attacchi e bombardamenti si sono ulteriormente intensificati. “Il bisogno di cure mediche salvavita a Ghouta orientale è più alto che mai dall’inizio della guerra – ha dichiarato Lorena Bilbao, coordinatore dei programmi di Msf in Siria -. Siamo in grado di garantire linee di rifornimento per alcuni materiali medicali essenziali alle strutture che supportiamo e stiamo fornendo donazioni mediche ad hoc a strutture che non supportiamo in modo regolare quando ne hanno bisogno urgente. Ma ci sono farmaci e prodotti medicali a cui non abbiamo accesso che potrebbero fare la differenza per il lavoro salvavita dei medici siriani nell’area. Supplichiamo chiunque sia in possesso di forniture mediche a Ghouta orientale e nei dintorni di garantire con urgenza l’accesso di quegli stock ai medici che si trovano nell’enclave. Molte vite dipendono da questo”.
Msf chiede “urgentemente” al governo della Siria e a tutte le altre parti in conflitto, nonché a tutti i commercianti di Ghouta orientale che dispongono di scorte di medicinali, “di renderle immediatamente disponibili per le strutture mediche al solo fine di salvare vite umane”.
In conformità con il diritto internazionale umanitario, Msf ribadisce il suo appello “affinché il personale medico, i pazienti e le strutture sanitarie non diventino bersaglio del conflitto” e insiste sulla “necessità di consentire le evacuazioni mediche necessarie dall’area est di Ghouta per i pazienti più critici”.