Abusi

Pedofilia: Meter, denunciati video di neonati a Polizia neozelandese e italiana. Don Di Noto: “Un mercato sempre più esteso e un business dell’orrore”

“Una nefandezza e un orrore”. Meter denuncia video di neonati alla Polizia neozelandese e a quella italiana. “I bambini sono piccolissimi, neonati, di pochi mesi ed alcuni di 1 anno – fa presente Meter -. Con violenze che superano ogni fantasia perversa personale e collettiva. Un orrore indicibile”. Ci sono 4 video di infantofilia,inseriti in una serie di n. 105 video pedopornografici diffusi attraverso un sito web di file hosting e file sharing internazionale allocata in Nuova Zelanda. Immediata la segnalazione di Meter onlus (protocollo n. 477-480/2018) alla Polizia neozelandese e alla Polizia postale italiana (Compartimento Sud-Orientale di Catania). In questi ultimi anni Meter onlus ha avuto la possibilità di interloquire con la Polizia della Nuova Zelanda. “Le bambine e i bambini coinvolti (più di 110) sono di varia nazionalità”, precisa Meter. E non è la prima volta che l’associazione fondata e presieduta da don Fortunato di Noto segnala “queste nefandezze e orrori – si legge in una nota -. Pur essendo alcuni video già segnalati negli anni scorsi alle varie Polizie rappresentano oggi più di ieri un fenomeno in crescita quella della violenza sessuale sui neonati, inermi e inconsapevoli di ciò che adulti perversi stanno compiendo sul loro corpicino innocente”. “Gli infantoli e i pedopornografi cercano sempre di più questo materiale (già prodotto e di nuova produzione). Un mercato sempre più esteso e un business dell’orrore. La nostra non è solo una denuncia – dichiara don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus –. Le migliaia di segnalazioni, che Meter inoltra alle Polizie di varie Nazioni nel mondo, non devono diventare mera statistica: dietro ogni foto e video c’è un bambino violato e schiavo, ridotto in schiavitù. La necessità e l’urgenza è quella di individuare le vittime (qualora fosse possibile), ma anche di identificare chi ha abusato e chi divulga e possiede tale materiale che mette a disposizione dei perversi pedofili. Avviare quindi collaborazioni internazionali e globali, così come questo crimine contro l’infanzia richiede e il richiamo alla responsabilità dei colossi del web”.