Relazione Commissione parlamentare

Mafia: Grasso (Senato), “al giornalismo libero e indipendente cerca di togliere ossigeno”

“La Commissione ha mirabilmente indagato sulle attività da cui la mafia trae i propri finanziamenti e, soprattutto, quanto sia rilevante nelle strategie mafiose la fase di ripulitura dei proventi illeciti e del loro inserimento nell’economia legale, mettendo in risalto la condivisa preoccupazione sull’uso di bitcoin e valute virtuali che sfruttano forme di anonimato per aggirare le misure antiriciclaggio”. Lo ha detto oggi pomeriggio il presidente del Senato, Pietro Grasso, che, tra le tante relazioni tematiche approvate, ha voluto ricordare “quella sullo stato dell’informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie”: “La mafia continua a ricercare l’accondiscendenza e l’acquiescenza della stampa, cercando di togliere o comprimere le attività di inchiesta giornalistica e di critica. Alla violenza fisica che in passato ha portato a morti e pestaggi, oggi si tende a sostituire la minaccia di far perdere il lavoro. Al giornalismo libero e indipendente, si cerca di togliere l’ossigeno della libertà e della sopravvivenza”.
Un altro importante lavoro ha riguardato “il regime carcerario di cui all’articolo 41-bis, occupandosi anche dei rapporti tra il mondo carcerario e i Servizi di sicurezza e concludendo che il regime speciale continua a rivelarsi un importantissimo supporto per il contrasto alla criminalità mafiosa”. Quanto alle stragi di mafia, “la Commissione ha convenuto unanimemente di adottare un’iniziativa concreta di raccolta di tutti gli atti e documenti, giudiziari e non, afferenti a quegli eventi, anche al fine di una ricomposizione archivistica razionale e fruibile delle fonti esistenti”. Sebbene occorra ancora un lungo lavoro di investigazione e di analisi “si è ritenuto, dalla lettura coordinata dei lavori di inchiesta parlamentare già svolti in passato, che possa essere assolutamente condivisibile l’affermazione, prodotta all’esito di quei lavori parlamentari, secondo cui, nelle stragi che hanno colpito il Sud e il Nord del nostro Paese, accanto alla mano mafiosa, vi era una mano ‘esterna’”.