Spirituallità
“Le lacrime dicono che Dio s’incarna nelle nostre vite, nei nostri fallimenti, nei nostri incontri”. Lo ha detto padre José Tolentino Mendonça, vicerettore dell’Università Cattolica di Lisbona, nella sesta meditazione degli esercizi spirituali per il Papa e i collaboratori della Curia Romana, in corso ad Ariccia. “Nei Vangeli, anche Cristo piange”, ha fatto notare il sacerdote, poeta e teologo portoghese all’inizio della quarta giornata di esercizi: “Gesù si carica della nostra condizione, si fa uno di noi, e per questo le nostre lacrime sono inglobate nelle sue. Le porta con sé veramente. Quando piange, raccoglie e assume solidalmente tutte le lacrime del mondo”. “La nostra biografia – riferisce Vatican News, citando le parole del sacerdote, che nella sua meditazione ha menzionato la psicologa non credente Julia Kristeva, Sant’Ignazio di Loyola, il filosofo Cioran, Gregorio Nazianzeno e Nelson Mandela – può essere raccontata anche attraverso le lacrime: di gioia, di festa, di commozione luminosa; e di notte oscura, di lacerazione, di abbandono, di pentimento e di contrizione. Pensiamo alle nostre lacrime versate, e a quelle che sono restate un nodo in gola e la cui mancanza ci è poi pesata, o ci pesa ancora. Il dolore di quelle lacrime che non sono state piante. Dio le conosce tutte e le accoglie come una preghiera. Abbiamo fiducia, dunque. Non nascondiamole a Lui”. “È la sete dell’altro che ci fa piangere”, ha concluso il teologo.