Il punto

Embraco: Commissione Ue esamina il caso. Vestager, “il lavoro si crea e non si sposta”. Le obiezioni di Calenda

Una timida apertura dell’Europa, il Governo italiano che conferma di essere dalla parte dei lavoratori e la prospettiva di uno sciopero generale dei metalmeccanici a marzo. Il bilancio della giornata per gli operai della Embraco è sintetizzato da questi punti. La Commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager, parlando della questione Embraco, ha spiegato come il tema sia molto complesso ma che comunque “il lavoro si crea e non si sposta”. La Vestager ha precisato: “Una delle cose che abbiamo fatto quando abbiamo rafforzato le regole per assicurarci che l’uso dei fondi strutturali non venga usato per spostare lavoro da un Paese all’altro, è stato dire che non puoi chiudere posti di lavoro due anni prima di ricevere aiuti e due anni dopo”. E poi: “Se qualcuno è preoccupato che le regole non siano state rispettate allora cominci a fare domande, ma prima che otteniamo risposte non abbiamo una visione perché bisogna conoscere la situazione sul campo”. Oltre a questo la Commissaria ha sottolineato come “tutti possono avere motivo di muoversi”, e questo “non è affar nostro”, “ma diventa nostra preoccupazione se sono coinvolti soldi dei contribuenti, perché i fondi dovrebbero essere usati per creare nuovi posti e non per spostare posti da un Paese all’altro”.
Una posizione che a quanto sembra ha soddisfatto solo in parte il Governo italiano. “Con le buone intenzioni non ci faccio niente – ha commentato Carlo Calenda, ministro per lo Sviluppo economico, che sta seguendo la vicenda fin da vicino –; quello che devono fare è verificare se sono stati usati fondi strutturali o aiuti di Stato non leciti per attrarre un’azienda” in Slovacchia. La Embraco, infatti, produce compressori per frigoriferi nello stabilimento di Riva di Chieri (Torino) ed è dall’ottobre scorso in crisi per la decisione di spostare la produzione proprio in Slovacchia. Qualche giorno fa la Whirlpool (proprietaria di Embraco), ha di fatto confermato il licenziamento di 497 lavoratori su 537. La proposta di mettere tutti in part-time fino a novembre, una sorta di anticamera del licenziamento, è stata infatti rifiutata dai sindacati e dal Governo. Calenda, sempre parlando della vicenda, ha poi aggiunto: “Abbiamo allargato l’Europa, ci sono Paesi che devono diventare economie di produzione. Nel fare questo, prendono un sacco di fondi europei, abbassano i costi fiscali e si prendono tutta la manifattura italiana, francese e tedesca. Questo è strutturalmente sbagliato”. E non solo, perché il ministro ha puntato il dito sulle logiche che governano attualmente il mercato europeo. “Se fai parte di un mercato comune – ha dichiarato – ma poi hai vantaggi giganteschi e in più ti arrivano dei fondi strutturali che paghiamo noi non sta né in cielo né in terra. È una cosa evidente”. Intanto, a Torino e a Riva di Chieri la tensione continua ad essere altissima. Le organizzazioni sindacali hanno organizzato entro la metà di marzo uno sciopero generale per il settore metalmeccanico.