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Amore e web: p. Benanti (Gregoriana), “nei siti di incontri gli algoritmi per la corrispondenza tra i partner sono fumo”

“In Italia sono 9 milioni i single che stanno cercando un’anima gemella con Meetic. Nel 2016 le loro ricerche sulla piattaforma francese hanno portato a totalizzare 230 milioni di incontri, il 6% in più rispetto all’anno precedente e una cifra che permette al nostro Paese di primeggiare nella classifica del dating europeo generando un mercato da 6,7 miliardi di euro, calcolato tra regali, abbigliamento e spese per le occasioni di incontro”. Lo scrive padre Paolo Benanti, docente di “neuroetica” e “tecnoetica” presso la Pontificia Università Gregoriana, nell’articolo dal titolo “L’amore in un algoritmo – Incontrarsi in Rete”, pubblicato sull’ultimo numero de “Il Regno”, anticipato al Sir. Lo studioso si chiede se per far scoccare la scintilla tra due persone basti “la combinazione tra big data e scienza dei dati”. Citando diversi scienziati, giunge alla conclusione che non è sufficiente. “Non vi è alcuna prova secondo la quale i siti di appuntamenti facciano qualcosa di più per migliorare la platea di potenziali partner. Nei siti di incontri, gli algoritmi per la corrispondenza tra i partner sono più che altro fumo”. “Oltre alle strategie per gli abbinamenti, il problema vero per gli esseri umani è la bidirezionalità – aggiunge –. In teoria qualcuno potrebbe essere il partner ideale di un altro; tuttavia, ci potrebbe essere un numero qualsiasi di ragioni per le quali il sentimento potrebbe non essere reciproco”. Quindi, anche “limitare la platea di potenziali contatti in base a certi parametri, fisici, d’appartenenza culturale o religiosa, non aumenta il tasso di successo”. Secondo Benanti, “alcuni misteri della natura umana non sono parametrizzabili perché sfuggono a un calcolo di convenienza”. “Nel frattempo, tuttavia, i proprietari dei siti costruiscono profili sui dati che ciascuno mette a disposizione, e, su di essi, la propria fortuna”.