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Papa Francesco: motu proprio “Imparare a congedarsi”, proroga non è “privilegio o trionfo personale”, ma “atto di governo”

“Se eccezionalmente viene chiesto di continuare il servizio per un periodo più lungo, ciò implica abbandonare, con generosità, il proprio nuovo progetto personale”. Lo stabilisce il Papa, nel motu proprio “Imparare a congedarsi”, diffuso oggi, in cui precisa che “questa situazione, però, non dev’essere considerata un privilegio, o un trionfo personale, o un favore dovuto a presunti obblighi derivati dall’amicizia o dalla vicinanza, né come gratitudine per l’efficacia dei servizi forniti”. “Ogni eventuale proroga si può comprendere solo per taluni motivi sempre legati al bene comune ecclesiale”, spiega Francesco, precisando che “questa decisione pontificia non è un atto automatico ma un atto di governo; di conseguenza implica la virtù della prudenza che aiuterà, attraverso un adeguato discernimento, a prendere la decisione appropriata”. Nel documento, il Papa cita “come esempio alcune delle possibili ragioni” dell’eventuale proroga dell’incarico: “L’importanza di completare adeguatamente un progetto molto proficuo per la Chiesa; la convenienza di assicurare la continuità di opere importanti; alcune difficoltà legate alla composizione del Dicastero in un periodo di transizione; l’importanza del contributo che tale persona può apportare all’applicazione di direttive recentemente emesse dalla Santa Sede oppure alla recezione di nuovi orientamenti magisteriali”.