
Sono 1.850 le chiese e gli edifici sacri danneggiati dal terremoto e da altri fenomeni naturali che lo scorso settembre hanno colpito il Messico. Lo rivela uno studio elaborato dalla segretaria generale della Conferenza episcopale messicana (Cem) attraverso il proprio Osservatorio nazionale. “Questo lavoro – spiega il segretario generale della Cem, mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola – ha due scopi: il primo è fornire informazioni sul numero di edifici, intesi anche come immobili storici e non storici della Chiesa cattolica in Messico, che hanno registrato danni sensibili a causa dei fenomeni atmosferici. Il secondo obiettivo è quello di fare una riflessione sull’importanza delle chiese nella vita dei messicani e sulle ripercussioni che la loro rovina o distruzione comporta”. Secondo lo studio, gli edifici danneggiati sono ubicati in 26 delle 95 diocesi del Paese: Puebla, Antequera Oaxaca, Città del Messico, Tuxtla Gutiérrez, Xalapa, Cuernavaca, Huajuapan de León, Tlaxcala, Tabasco, Tenancingo, Tehuantepec, Chilpancingo-Chilapa, Tehuacan, Toluca, Valle Chalco, Tlapa, San Cristóbal de las Casas, Texcoco, Ecatepec, Orizaba, Tapachula, Cordova, Tabasco, Veracruz, Nezahualcoyotl e nella prelatura di Mixes.
Rilevati danni a 17 cattedrali, 4 basiliche, 44 santuari, 76 conventi ed ex conventi, 226 cappelle, 31 uffici e/o case parrocchiali, 11 spazi di formazione come seminari, 1.411 parrocchie e 30 proprietà in fase di identificazione. Con l’aiuto del catalogo dell’Istituto nazionale di antropologia e storia (Inah), nell’ottobre del 2017 sono stati identificati 1.603 edifici storici di natura religiosa, danneggiati in 11 stati del Paese: Chiapas, Città del Messico, Stato del Messico, Guerrero, Hidalgo, Morelos, Oaxaca, Puebla, Tabasco, Tlaxcala e Veracruz.