Convegno Quirinale

150° Azione cattolica: Margotti (Univ. Torino), radicamento su territorio, collaborazione con clero, formazione laici

foto Presidenza della Repubblica

“L’esistenza di una struttura che garantisce contatti stabili a livello nazionale e la presenza attiva in molte Chiese locali, la collaborazione con il clero su una base più paritaria rispetto a quanto realizzato in altri ambienti cattolici e la scelta di rimanere aderente alle pieghe popolari della società italiana rappresentano l’esito, non definitivo, dell’accumulo di esperienze realizzato nell’Azione cattolica in centocinquant’anni di storia”. Ad affermarlo è Marta Margotti (Università degli studi di Torino), nella relazione introduttiva alla sessione pomeridiana del convegno “L’Azione cattolica italiana nella storia del Paese e della Chiesa (1868-2018)”, promosso oggi e domani presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica dall’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI”, in chiusura degli eventi per i 150 anni di vita dell’Ac. “Il laicato associato nella storia della Chiesa” il tema della sessione, che Margotta introduce analizzandolo da tre punti di osservazione: organizzazione dei laici, rapporto con il clero e radicamento popolare. In un rapido excursus dal 1868 ad oggi, la relatrice sottolinea, in particolare, il radicamento dell’associazione sul territorio e le sue finalità “primariamente formative”. Storica la scelta del post- Concilio di “distinguere la sua azione dalla sfera politico-partitica e di accentuare la propria funzione di servizio alla pastorale ordinaria della Chiesa locale (diocesi e parrocchie)” che ha comportato “un nuovo posizionamento dell’associazione nella complessa galassia cattolica italiana” con il risultato di “innervare alla base il cattolicesimo italiano di un atteggiamento dialogante”. Quanto all’impegno dei fedeli nella società civile, piuttosto che una proiezione in campo sociale o politico, l’Azione cattolica continua a privilegiare l’impegno di formazione e “educazione culturale e religiosa dei cristiani in vista dell’autonoma presenza dei laici nello spazio pubblico”.