Nuovo anno accademico

Informazione: de Bortoli alla Lumsa, “salvaguardare la qualità cittadinanza, tutelando anche una buona formazione”

“La difesa della persona è anche la difesa della sua identità digitale che con l’internet delle cose sarà estesa anche agli oggetti personali e di casa. Di fronte a sfida siamo tutti impegnati, laici e cattolici, nel salvaguardare la qualità cittadinanza, nel tutelare una buona informazione e una buona formazione, e il rispetto di quei valori di solidarietà e tutela di libertà e dignità personale”. Lo ha affermato questa Ferruccio de Bortoli, giornalista e già direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore, nel suo intervento durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico 2018-2019 dell’Università Lumsa. “Viviamo una stagione di innovazione” che “non può essere una stagione distruttiva dei valori che la civiltà occidentale ha faticosamente e dolorosamente conquistato”, ha osservato de Bortoli. “La libertà di parola che la rete assicura e amplifica – ha evidenziato – non può scadere in una giungla di aggressioni verbali, di manipolazioni sofisticate dei fatti, di negazioni della storia”. “La piazza virtuale è aperta a tutti ma senza regole si trasforma facilmente in un’arena di sopraffazioni nella quale diventiamo senza saperlo vittime o naufraghi”, ha proseguito il giornalista, convinto che “l’anonimato che in linea di principio dovrebbe garantire la libertà di espressione nei regimi oppressivi è diventata in una democrazia rappresentativa una licenza inaccettabile, anche con forme di squadrismo digitale mascherato”. “Una forma diffusa di onnipotenza digitale induce i naviganti perfino a farsi medici di se stessi, a dubitare degli esperti, a sottovalutare le esperienze”, ha osservato il direttore, soffermandosi sul fatto che “la crescita del pluralismo è oggi inversamente proporzionale allo sviluppo delle nuove tecnologie e la garanzia che la diversità delle voci venga tutelata è strettamente legata alla qualità di informazione e formazione”. De Bortoli ha parlato di “buon giornalismo” che “è indispensabile” e di come “i monopoli digitali sono più potenti degli Stati”. “Sfuggono alle regole e persino alle tasse”, ha continuato, “non dovrebbero sottrarsi alle responsabilità editoriali” di ciò che pubblicano, anche perché come “organi di informazione globali, sono in grado di condizionare le scelte anche di una democrazia”. Dal direttore un consigli agli studenti: “informarsi richiede come nello studio un po’ più di fatica e di metodo. Quando manca il dubbio su ciò che si legge e si vede si è già prigionieri di qualcuno senza saperlo”.