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Cibo: Di Renzo (storico), mangiare è “linguaggio universale” e un pranzo etnico è la migliore “strategia di integrazione fra culture”

L’atto del mangiare “rappresenta un linguaggio universale che permette di comunicare oltre le barriere”. Ne è convinto Ernesto Di Renzo, storico dell’alimentazione dell’Università di Roma Tor Vergata, parlando alla giornata di studio “Attorno al cibo per costruire dialogo, incontro, confronto e pace” in corso a Roma per iniziativa di Greenaccord, Regione Lazio e Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e innovazione dell’agricoltura del Lazio). Il cibo, spiega, ha un’alta valenza simbolica, con il cibo comunichiamo tante cose, rinvia a significati e territori, alle tradizioni locali più classiche e vissute. “È segnalatore delle scansioni calendariali del tempo, della nostra appartenenza di classe, ma è anche sintomo del male interiore e del disagio psichico contemporaneo quando prende corpo nelle forme di anoressia-bulimia sempre più diffuse”. Mezzo di affermazione di identità culturale, prosegue lo storico, “può essere strumento di aggregazione ma anche di esclusione dell’altro”. Il cibo, avverte, si offre a strategie di integrazione perché “l’atto del mangiare rappresenta un linguaggio universale che permette di comunicare oltre le barriere. Il cibo siamo noi”. Per questo, la conclusione dello storico, “il cibo e le cucine rappresentano le prime e promettenti basi del contatto e della conoscenza tra persone di culture diverse. Un pranzo etnico è molto più efficace di qualsiasi altra strategia”.