Natale: mons. Miglio (Cagliari), “arrestare la deriva che lo svuota di senso”. Non è la “festa della buona volontà”

“Non basterà certo cantare ‘pace in terra agli uomini amati dal Signore’ per arrestare la deriva che svuota il senso del Natale, ma almeno cercheremo di non contribuire ad una ‘festa della buona volontà’ che non solo dimentica il Festeggiato ma insinua l’idea che non abbiamo bisogno di Lui, poiché basta la nostra buona volontà”. Lo afferma l’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, nel messaggio per le festività natalizie pubblicato dal settimanale diocesano “Il Portico”. “La festa del Natale – osserva l’arcivescovo – si è trasformata in modo impressionante. Colpa del benessere consumista, ma anche di un modo curioso di vivere la secolarizzazione e il laicismo individualista che domina la nostra cultura: nonostante tutto nessuno vuole rinunciare alla poesia o alla ‘magia’ del Natale”. “Così – prosegue mons. Miglio – la Festa si è man mano staccata dalla sua origine, fino a cancellare il nome e l’immagine di Gesù Bambino, ed è diventata la festa dei regali ma anche – meno male – di tanti gesti di bontà e di carità: la festa della buona volontà, che però alla fine non ha più bisogno di un riferimento a Gesù e alla fede in Lui”. “Natale festa della buona volontà: una conquista o un rischio?”, domanda l’arcivescovo. “Non c’è dubbio che si tratta di un rischio sottile, un modo soft per staccare la Festa dalla sua origine e dalla sua vera e unica motivazione”. E se nel passato o in altri Paesi del mondo si è ricorsi a “modi spicci e diretti per cercare di cancellarlo”, secondo Miglio, “il rischio che noi corriamo, nella nostra società occidentale, è decisamente più insidioso, perché salva la cornice esteriore ma elimina, con vari pretesti e in modo progressivo, ogni riferimento a Gesù nato a Betlemme dalla Vergine Maria, in un momento preciso della storia”. Si tratta di “un errore fondamentale, che più volte lungo i secoli la Chiesa ha dovuto combattere”. “A ben pensarci, la tendenza a far sparire il presepio nasce anche di qua”, commenta l’arcivescovo, ricordando che “nel presepio troviamo persone umili, compresi i due animali della Santa Grotta, creature tutte che attendono una Salvezza più grande, perché hanno spesso sperimentato la fragilità dell’umana buona volontà, quando esiste!”.

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