Il documento finale della Conferenza sul clima di Katowice è un “buon successo parziale”, un “necessario passo intermedio sulla via verso un’efficace protezione del clima”. È mons. Ludwig Schick (Bamberga), presidente della Commissione Chiesa universale della Conferenza dei vescovi tedeschi, a esprimere oggi una valutazione sugli esiti della Cop24 che “hanno concretizzato l’accordo di Parigi”, ma richiedono “ulteriori passi”. Dall’arcivescovo un invito ai “cristiani e a tutte le persone di buona volontà”, a “continuare a difendere il limite di 1,5 gradi del riscaldamento globale e a fare tutto il possibile per raggiungerlo”. La salvaguardia del creato dipende più “dalle azioni delle persone che dalla negoziazione dei governi, che sono dipendenti dai loro elettori o sostenitori”. Occorre che “molti cittadini collaborino e gli Stati cooperino, così che ciascuno porti un contributo e i relativi oneri”. Occorrono anche “comportamenti orientati ai valori”, la “giustizia e la moderazione uniti a prudenza e coraggio”. Secondo mons. Schick, il “Rulebook”, il regolamento adottato a Katowice, è “un importante quadro organizzativo” per la cooperazione internazionale e lo sviluppo di programmi nazionali, ma servono “ulteriori obiettivi ambiziosi, da realizzare con politiche coerenti”. I Paesi industrializzati, inclusa la Germania, dovrebbero svolgere un ruolo pionieristico: “Noi siamo colpevoli verso i popoli che vivono sulle coste, sulle isole e nei deserti e nelle regioni aride”.