“Se in alcuni casi la desacralizzazione è legittima, non è mai ammissibile la dissacrazione”. Non usa mezzi termini il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura , anticipando in un’intervista in esclusiva al Sir i contenuti del documento “La dismissione e il riuso ecclesiale di chiese. Linee guida”, approvato dal Dicastero della Santa Sede competente per la questione e dai delegati delle Conferenze episcopali di Europa, Canada, Stati uniti e Australia a conclusione del convegno internazionale “Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici” (Pontificia Università Gregoriana, 29 – 30 novembre). Formazione dei futuri preti nella tutela dei beni culturali; inventario e catalogazione di questi beni; coinvolgimento della comunità cristiana locale nei progetti di trasformazione e nuova destinazione delle chiese dismesse; dialogo con le istituzioni civili. Preferibili finalità culturali, sociali e caritative; da escludersi utilizzi commerciali. Queste le principali indicazioni del documento (cinque capitoli e 11 raccomandazioni finali) che oggi viene pubblicato in italiano e in inglese sul sito del Dicastero. Usi non sacrali “compatibili” con “la realtà originaria del tempio”, spiega Ravasi, sono musei, biblioteche, archivi, centri culturali e d’incontro anche per la comunità civile, ma anche “segni caritativi”. Del resto questi “segni” li ospitano anche basiliche romane come Sant’Eustachio e Santa Maria in Trastevere e si tratta, precisa il porporato, non di dissacrazione bensì di una sorta di “desacralizzazione temporanea” che però “in ultima analisi partecipa dello spirito della liturgia” che è non solo culto ma “opera di un popolo, di un’assemblea”. Si tratta, insomma, di “una sorta di para-liturgia, continuazione della liturgia in altra forma”. Del resto “san Francesco affermava che era lecito alienare beni della chiesa e oggetti sacri per finalità caritative, e ce lo ha ricordato anche Papa Francesco nel Messaggio inviato al convegno”.