È un presepe speciale, quello esposto fino al 6 gennaio nella vestrina dell’infopoint in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. È un presepe fatto tutto di pane, il cibo che più di tutti gli altri simboleggia la vita, la pace e la speranza. A “plasmarlo” è stato il panettiere di Enna Liberto Campisi. Porta, invece, la firma di Luca Piantanida di Biella il quadro della Natività – anche questo fatto con il pane – esposto nella sede della Società umanitaria, in via Francesco Saverio. Le due Natività sono offerte alla città di Milano da Cesare Marinoni erede della storica famiglia di panificatori meneghini e organizzatore insieme ai missionari cappuccini di piazza Cimitero Maggiore dell’imponente manifestazione benefica “Pane in piazza” del maggio scorso. Grazie alla generosità dei milanesi, accorsi in tantissimi alla kermesse, è stato possibile raccogliere i fondi necessari per avviare un primo forno per la panificazione a Dire Dawa nel vicariato di Harar (Etiopia) dove la carenza di cibo è ormai gravissima a causa dell’ inflazione che ha portato la materia prima del pane a costi proibitivi. “Con questa iniziativa vogliamo esprimere il nostro ringraziamento più sentito al Comune di Milano e ai cittadini che ci hanno aiutato a realizzare il progetto del panificio “St. Augustine” a Dire Dawa – spiega Marinoni –. Ultimamente poi la produzione del forno è aumentata permettendoci di devolvere un buon quantitativo di pane alle istituzioni più povere della diocesi, l’istituto delle suore di Madre Teresa di Calcutta che conta 1500 ospiti e l’orfanatrofio di 150 bambini”. Nell’attesa dell’edizione 2019 di “Pane in piazza”, l’impegno dei missionari non si ferma: l’obiettivo è quello di arrivare a coprire l’intero fabbisogno del territorio di Dire Dawa creando un grande panificio industriale che comprenda laboratorio, negozio, dormitorio e una scuola per i più piccoli.