“Non è necessario uno studio molto approfondito per scorgere la crisi in cui si trova l’impegno educativo, nella famiglia, nella scuola, nella parrocchia e nel mondo associativo. È urgente l’impegno educativo dell’Ac e lo sforzo organizzativo in una prospettiva unitaria, anche se differenziata a seconda dell’età. Il grande problema è scorgere le figure educative, impegno che coinvolge tutte le associazioni”. Sono parole di Vittorio Bachelet, storico presidente nazionale dell’Azione Cattolica, poi ucciso dalle Brigate rosse, pronunciate durante un convegno dei presidenti diocesani di Ac nell’aprile 1970. Sono le parole scelte dal responsabile nazionale dell’Azione cattolica dei ragazzi, Luca Marcelli, aprendo i lavori del Convegno nazionale educatori Acr, in programma fino a domenica alla Domus Pacis di Roma. “Oggi siamo chiamati a suscitare e accompagnare figure educative nel tempo dello spopolamento giovanile, che caratterizza molte regioni e diocesi d’Italia – ha affermato –. Molti abbracciano nella sfiducia verso l’altro il principio dell’autarchia educativa. Molti accettano di farsi compagni di strada dei ragazzi – catechisti, allenatori, educatori… – nonostante i catastrofismi. Non dobbiamo abbandonare perciò la speranza. Non guardiamo di traverso il mondo in cui ci è dato di vivere. Ripartiamo dalle vocazioni educative e dal processo in cui si generano, convinti che esse non nascono ‘nonostante’ la vita ma ‘attraverso’ la vita”, ha concluso Marcelli.