Solidarietà
Da lunedì 17 dicembre la Caritas di Roma attiverà il Piano freddo diocesano in collaborazione con le parrocchie della Capitale. Prevista l’attivazione di 140 posti di accoglienza straordinaria per i senza dimora che si aggiungono ai 600 posti che la Caritas offre durante tutto l’anno in collaborazione con Roma Capitale. In particolare, alla Cittadella della Carità “Santa Giacinta” di Ponte Casilino sarà aperto un centro di emergenza con 74 posti letto mentre saranno sette le comunità parrocchiali che metteranno a disposizione 66 posti per l’ospitalità (San Giulio, San Giustino, Sant’Agapito, San Giovanni Battista De Rossi, Santa Maria Addolorata, San Giuseppe al Trionfale, Ognissanti). Altre dieci parrocchie saranno attive con gruppi di volontari a sostegno di centri di accoglienza. E dopo il periodo delle feste natalizie, altre comunità aderiranno al Piano freddo.
“Verrà inoltre intensificato il Servizio notturno itinerante – spiega la Caritas – con diverse équipe di operatori e volontari che, a partire dalle 20, ogni sera andranno a presidiare le zone in cui i senza dimora rischiano di rimanere isolati ed emarginati”. Al numero 06.88815201 e tramite la casella email servizioitinerante@caritasroma.it è possibile segnalare situazioni di particolare disagio e grave emarginazione su cui intervenire.
L’attività di accoglienza sarà affiancata da una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi che ha per tema “Come in cielo così in terra” che si svilupperà sui social network, con eventi culturali e con percorsi di formazione per i volontari. Intanto domenica 16 dicembre, nelle chiese di Roma si celebrerà la Giornata della carità: la colletta delle messe contribuirà a sostenere le iniziative del Piano freddo.
Nella Capitale, spiega don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma, “sono 14mila le persone che vivono al limite della dignità umana, 8mila quelle che trovano riparo in baracche, anfratti, sottopassaggi, sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi pubblici”. “Manca una progettazione sociale che parta dagli ultimi, da coloro che hanno più bisogno, da chi ogni giorno incontriamo in strada e che non siamo capaci di vedere”, denuncia il sacerdote, secondo cui “la comunità cristiana è chiamata a essere segno attraverso un’opera di testimonianza”.