Convegno

Sette: la testimonianza di Claudia, caduta nella trappola del guru dell’alimentazione macrobiotica

A Claudia era stata promessa la guarigione del fratello, affetto da Hiv, attraverso l’alimentazione macrobiotica. Per questo, e per risolvere anche un suo problema di artrite, si era avvicinata così al guru di un’organizzazione che ancora oggi esiste e ha un’ottantina di centri, ristoranti, negozi che vendono prodotti, abbigliamento, strumenti per la cucina. Seguire le indicazioni della setta costava circa 10mila l’anno. Non solo: sia Claudia che il fratello dovevano lavorare gratuitamente a tempo pieno, dalle 7 alle 22, nei ristoranti dell’organizzazione. Non mancava nemmeno lo sfruttamento sessuale, in quanto, durante gli incontri degli adepti, le donne, sposate e non, erano costrette a subire dei massaggi da parte del guru. “Ho seguito la dieta imposta dal guru per anni e sono arrivata a pesare 35 chili. Sono stata costretta a letto, non riuscivo a bere e a mangiare tanto che, piangendo, ho chiesto a mio padre di portarmi in ospedale. C’era però una ragazza dell’associazione mandata per controllarmi che cercava di farmi desistere”, ha raccontato Claudia, una delle vittime delle sette, che ha trovato il coraggio di denunciare, di uscire dal tunnel in cui era finita e che ha voluto portare la sua testimonianza al Convegno “La trappola delle sette”, promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Polizia di Stato, la Lumsa e il Consorzio Universitario Humanitas. “La manipolazione mentale è centrale quando si parla di rapporto tra il guru e le sue vittime, sia dirette che indirette”, ha spiegato Anna Maria Giannini, docente di psicologia all’Università La Sapienza, ricordando che vengono messe in atto “tecniche sofisticate, che partono con un adescamento graduale che usa meccanismi che poggiano sui bisogni della vittima”. “Il guru – ha detto Giannini – si presenta come unica e possibile soluzione, scava nella fragilità della persona anche con tecniche violente come tra cui ricatti, meccanismi di tortura che indeboliscono il senso critico”.