Armi

Sparatoria a Los Angeles: mons. Gomez (vescovo), “pregare per le famiglie e per chi è stato ucciso”

(da New York) “Una violenza orribile, una notizia tragica che mi ha tenuto sveglio come molti di voi”. L’arcivescovo di Los Angeles, mons. Josè Gomez, commenta con dolore la sparatoria che stanotte è avvenuta al Borderline Grill di Thousand Oaks, dove 12 persone sono state uccise da Ian David Long, un giovane di 28 anni, un ex marine con problemi mentali. Il giovane ha preso in prestito la macchina della madre e si è recato al bar dove era in corso una serata di balli di gruppo per giovani universitari. Long ha gettato dei lacrimogeni all’ingresso e all’interno della sala da ballo e poi, armato di una pistola calibro 45 modificata con un dispositivo acquistato legalmente, ha sparato alla guardia di sicurezza, alla cassiera del bar e ad altre dieci persone che gli sono capitate a tiro. Sotto i suoi colpi è caduto il sergente Ron Helus, intervenuto immediatamente per bloccare l’attentatore. Helus, che sarebbe andato in pensione il prossimo anno, ha cercato di colpire il giovane, ma è stato ucciso da diversi colpi durante conflitto a fuoco. Long invece è stato colpito a morte da altri agenti intervenuti al Borderline. Non sono note le ragioni che hanno scatenato la violenza, ma si sa che l’ex marine era affetto da disturbo da stress post-traumatico, detto anche nevrosi da guerra poiché non sono pochi i militari che ne soffrono. Lo scorso aprile la polizia era dovuta intervenire a casa di Logan per disturbo alla quiete pubblica: l’uomo gridava, si comportava in maniera irrazionale e i vicini raccontano che era solito prendere a calci le pareti di casa fino a distruggerle, ma il dipartimento di salute mentale ha dichiarato che poteva restare al suo domicilio.

Stanotte, invece, l’ex marine ha cambiato il domicilio su cui esercitare la sua rabbia: vestito di nero, con una sciarpa scura sul volto, dopo aver lanciato i lacrimogeni ha preso a sparare senza pronunciare alcuna parola. Al momento non si conoscono ancora i nomi delle vittime, ma si sa che tra i 18 feriti non ci sono persone colpite da proiettili, ma piuttosto con tagli ed ematomi legati alla fuga: in tanti hanno rotto le finestre per uscire dal locale. Tra le persone scampate alla strage ci sono molti degli appassionati di musica country che erano miracolosamente scampati al massacro di Las Vegas, quando Stephen Paddock sparò dalla stanza di un hotel su un festival di musica country e uccise 58 persone. Thousand Oaks è una zona tranquilla, vissuta soprattutto da studenti dove non sono segnalati atti di violenza e criminalità e tutti si sentono tranquilli nel frequentarne i locali e le strade. Da oggi niente sarà più lo stesso. “Dobbiamo pregare intensamente per la nostra gente – ha chiesto mons. Gomez -. Dobbiamo pregare per le famiglie, per chi è stato ucciso, per quelli che sono stati feriti e in modo speciale per il sergente Ron Helus, che ha perso la vita difendendo eroicamente la gente. Chiediamo il conforto per tutti e la pace per la nostra comunità”.