Giustizia

Pena di morte: Moavero (ministro Esteri), “Italia ha posizione chiara, combatterla anche per evitare discriminazioni”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Sul tema della pena di morte, l’Italia ha “una posizione estremamente chiara: siamo contro una sua previsione negli ordinamenti giuridici e a favore di una moratoria della sua applicazione laddove esiste”. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nel corso dell’ XI incontro internazionale “Un mondo senza pena di morte”, promosso a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio. La pena di morte, ha osservato, “non è né utile né necessaria” e il fatto che “ci sia un questo tema una riflessione tra Paesi che hanno cancellato questa pena dai loro ordinamenti giuridici e tra paesi che stanno prendendo in considerazione di farlo, è importantissimo”. Si tratta, ha spiegato, di “un tema sensibile perché di fronte ad efferati delitti e crimini gravi, l’istinto immediato è quello di colpire in analoga maniera il colpevole del delitto”. “L’istinto fa parte di noi, della nostra natura umana, ma – ha osservato – sappiamo che in una società civile dominare gli istinti è un elemento importante, soprattutto a livello di sistema giuridico”. Nel suo intervento, Moavero ha ricordato che “la pena di morte è spesso lo strumento violento con cui regimi violenti affrontano le questioni gravi”. “Combatterla significa anche combattere le discriminazioni”, ha rilevato il ministro degli Esteri evidenziando che “le statistiche mostrano che spesso sono condannati i soggetti più vulnerabili, più deboli, meno in grado di comprendere o che non hanno le risorse economiche per garantirsi un’adeguata difesa”. Ecco perché è fondamentale riflettere sulla “potenziale ingiustizia sociale e discriminazione che esiste nell’applicare una pena così irrimediabile a soggetti che la società dovrebbe invece tutelare”.